Son strana

Sono una persona strana:
a tutti piace guardare fuori dal pullman,
a me piace ancora di più guardare i pullman da fuori.
Vogliono tutti giocare in squadra,
a me piace guardare i giocatori di una squadra dalla panchina,
per leggerne gli atteggiamenti dei singoli all’interno di in un gruppo e di conseguenza della vita.
Vogliono tutti essere scelti per primi, io voglio essere la penultima, in modo da capire meglio di non essere ultima, valere ma in silenzio.
Perchè io sono quella dello sfondo, quella che osserva e riflette sempre.
Gli estroversi sono sempre i primi, io non voglio essere simpatica, voglio sapere solo di non esser poi così male, tutto qui, mi basta.
A me piace l’alba, è più infuocata del tramonto,
a me piace la primavera, ma anche l’autunno.
Non mi spiace star sola, noto meglio i pensatori
se sto zitta tra la folla.
Rispondo solo a ciò che mi fa ridere, perché
ciò che fa piangere va tenuto per sè.

Sono strana: son semplicemente me.

~Parole come matite

Ciondolo

Il passo balla
lancette di carillon
ticchettio lento
sul ponte del pensiero.
Catenella d’acciao
aspro pendolo
stretto dall’estremità
da dita di spettro.
Cadi.
Giù nella corrente,
nella schiuma..
giù nelle tenebre.
giù.
Nel fiume intessuto
del tuo odio,
del mio dolore passato
e remoto.

~Parole come matite

Mattina

Sei di mattina, io qui ascolto briga,
prendi un foglio, ti presto la matita.
Prendi nota, ora ti parlo di vita.
Parlerei di noi, che mi sfiori le dita.

Ti scatto una foto mossa,
tra le foglie d’autunno,
i soffioni di primavera.
Siamo solo io e te,
Matti.

《Dormi… e non pensarci più,
che non è facile restare in questo posto..
Dormi… che sono pazzo di te
e non posso piu fermarci, un limite non c’è.》

La vita dà e toglie,
mi ha regalato una torta a S. Valentino,
tutta per noi, ma ogni morso
ce la allontana di un passo:

pensa al fatto che finirà piano.
Altrimenti ci sarebbe andata di traverso
e non la gusteremmo ancora adesso.

Mi commuovo anche se è mattina.

~Parole come matite

Lenti

Aria compatta comprime il petto,
dalle costole.
Forze segrete muovono mani,
morbidamente.
Lucciole nello stomaco, chi
ce le ha messe?

Ti vedo negli occhi, ti tolgo gli occhiali,
amami, se mi ami:
facile è perdersi,
se non ci si regge bene stretti, stretti.
Le giostre alla fiera:
scossi assicurati.

Un mare di vento,
oceano di illusioni
ottiche apprese…
Noi resteremo qui,
sulla sabbia o cemento,
fiumi lontani…
a labbra appese.
Così…

Lenti.

~Parole come matite

Aria.

Ogni mattina mi alzo,
col solito informicolamento alla mente,
su in piedi, spengo la sveglia,
mi siedo per paura di svenire.
Vado in bagno, pestando il filo
della prolunga di mio fratello.

Apro la porta e l’olezzo di fumo
mi mantiene quasi in apnea.

Vado, poi torno a cambiarmi
e inmancabilmente pesto la solita presa…

Vado a fare colazione, che mio fratello rimanda la seconda, la terza sveglia.

Fisso il vuoto, col mio solito nulla dalla cucina,
con caffé o yogurt, o un succo di frutta.

Il posacenere è pieno in ogni stanza
e mi vien la nausea,
ma la mia camera è un posto sicuro,

lì cambio sempre l’aria,
anche se odio i calzini di
mio fratello, anche se
c’è un letto matrimoniale,
con materassi singoli,
trai quali ho costruito un muro,

perchè bastano i suoi soli piedi
a sentire non rispettati i miei spazi.
A volte divento isterica.
Mi credevo liberale.
Ho bisogno della mia aria…
ma arriva venerdì
e scappa di domenica.

~Parole come matite

“dormire sul pavimento”

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C’è un fiore, una luce
la crepa in sogno truce.
C’è un riso, una mappa,
giovani, senza tappa.

“Vorrei”, “vorrei”, “potremmo”
ascoltare The Lumineers
fin allo sfinimento,

al volante o sul sale,
ol marmo, dormire in auto,
tra le braccia dell’altro,
o danzare col vento.

Sdraiarsi su un prato,
> dormir sul pavimento.
Un falò, una chitarra,
e noi a raccontarlo.

Prendo la mia camicia preferita,
uno spazzolino, qualche risparmio,
una coperta… Partiamo?

~Parole come matite

Lupacchiotto

Piccolo rozzo groviglio puzzino
di eccentricità e coccole,
deboluccio, diventerai forte.
Il branco ti crescerà
e starà a te stare al mondo
per farti accettare.
Ti cambieranno, ti speriamo migliore.
Abbacchiato dal sottostare ad un capo,
starai bene solo se ben incastrato
in quell’ingranamento
che è il branco.

~Parole come matite